Tecnica fotografica: alcuni consigli per fotografare con la pioggia

Tecnica fotografica: alcuni consigli per fotografare con la pioggia. La primavera è arrivata da poco ma in natura esiste un fenomeno atmosferico che non conosce le stagioni ed è sempre in “agguato”, pronta a precipitare. Questa è la pioggia e con l’atmosfera che si crea, annessa agli effetti che è possibile realizzare, compreso l’idea di fotografare i fulmini, è l’evento durante il quale gli amanti della fotografia, sono pronti a cercare di realizzare delle immagini molto suggestive. Prima di avventurarsi in questo percorso fotografico, occorre seguire qualche consiglio per fotografare senza rovinare la propria attrezzatura, cercando di centrare “l’obiettivo”. 

Tecnica fotografica: alcuni consigli per fotografare con la pioggia
Fotografia realizzata da Vale Avaly.

Quale è la prima cosa da fare per fotografare con la pioggia? La pianificazione è il segreto per riuscire al meglio nella propria impresa e per questa tipologia di fotografie, monitorare il meteo consente di sapere quando potere fotografare, per non trovarsi impreparati, oltre a scattare durante o immediatamente dopo la fine della pioggia. Inoltre, bisogna sapere cosa e dove fotografare. Ad esempio, se si decide di fotografare l’area urbana, occorre sapere che in questa scenografia, è più facile trovare riparo a differenza del paesaggio che si trova al di fuori delle mura della città. Ciò serve a proteggere se stessi ed in particolare modo la propria attrezzatura. A proposito di quest’ultima, molte ma non tutte le reflex sono tropicalizzate (resistenti all’umidità e agli schizzi d’acqua ma che non sono impermeabili). In ogni caso, è sempre consigliato adottare delle specifiche coperture per evitare qualsiasi forma di danno al copro macchina e all’obiettivo, con lo scopo di fotografare in totale sicurezza. A tal proposito, è utile fornirsi della mantellina per fotocamera che è un rivestimento impermeabile adatto per questo tipo di fenomeno. In commercio esistono diversi tipi e diverse qualità con una conseguente differenza di prezzi, strutturati in modo da lasciare liberi gli obiettivi, dal punto in cui viene avvitato il paraluce e nei tasti, utili per fotografare. Nel caso in cui si sia sprovvisti di tale accessorio, si può correre ai “ripari” usando un sacchetto di plastica posto in maniera tale da proteggere il corpo macchina e la parte finale dell’obiettivo. Inoltre, è utile avere a portata di mano una pezzuola per asciugare le gocce che, comunque, possono depositarsi sulla lente e sulla reflex, evitando in questo modo che queste entrino all’interno della macchina e dell’obiettivo dalle loro fessure, scongiurando danni irreparabili o comunque economicamente cari da ripristinare. 

Che tipo di attrezzatura si consiglia di portare? Oltre alle coperture sopra citate, l’attrezzatura adatta da portare deve essere ridotta al minimo indispensabile per essere più leggeri in fase di scatto, considerando anche che con l’atmosfera piovosa, cambiare obiettivo può essere un rischioso e dannoso per la stessa attrezzatura. Per questo motivo, si consiglia di aver montato l’obiettivo che si vuole usare prima di uscire. A tal proposito, possono essere usati:

Tecnica fotografica: alcuni consigli per fotografare con la pioggia
Fotografia realizzata da Gianni Giva.
  • Obiettivo tutto fare (24/120 per le full frame, 18/140 per le mezze formato).
  • Teleobiettivo (obiettivo con un’ampiezza focale superiore ai 70mm) che ha la caratteristica di appiattire i piani, ottenendo un effetto schiacciato. In questa situazione, infatti, la pioggia apparirà più fitta perchè la distanza delle gocce, viene ridotta. 
  • Grandangolare ( con ampiezza focale inferiore ai 35mm) e, a meno che non diluvi, la pioggia apparirà meno fitta. 
  • Treppiede, utile per “superare” i problemi di ridotta luminosità che la presenza della pioggia riduce drasticamente, fotografando con tempi di scatto lenti.

Come impostare i valori della macchina fotografica? E’ sempre consigliato scattare con il formato RAW, con lo scopo di agevolare le correzioni da applicare nella fase di post-produzione con l’ausilio di Photoshop. Fatta questa piccola premessa, con questa atmosfera, la luce è notevolmente ridotta ed è strettamente necessario lavorare sui valori di ISO, tempi di scatto e chiusura del diaframma f che sono, ricordiamo, l’uno associato all’altro. Utilizzando dei tempi veloci, vale a dire da 1/200 a salire, innanzitutto è possibile congelare le gocce, se si decide che il soggetto siano queste. Tuttavia, più i tempi sono veloci e minore sarà la luce, motivo per il quale, in base al tipo di scatto che si vuole realizzare, occorre alzare gli ISO o aprire il diaframma. Invece, nel caso in cui si usano tempi lenti, quindi con valori da 1/50 a scendere, la luce sarà superiore ed è in questo caso che il sopra citato treppiede è utile, evitando il micro mosso. In questo caso, i valori degli ISO possono essere ridotti al minimo, guadagnando in termini di qualità oltre che di luminosità.

Tecnica fotografica: alcuni consigli per fotografare con la pioggia
Fotografia realizzata da Massimiliano Max Savorgani.

Quali generi fotografici o effetti è possibile applicare fotografando con la pioggia? Occorre sapere che con queste condizioni, le gocce tendono a trasformarsi in delle strisce ed in questo caso è possibile sfruttare l’effetto Light Trails che dà all’immagine una certa dinamicità. Un altro effetto che si può realizzare è il Bokeh (usato per mettere in risalto il particolare concentrandosi sul soggetti, sfocando il contorno) e dipende dall’apertura del diaframma f. Più è ampio, puntando la messa a fuoco sul soggetto e maggiore sarà l’effetto sfocato sullo sfondo. Per questo tipo di effetto, affinchè abbia una buona resa, sarebbe opportuno che lo scenario sia illuminato. Infine, i valori degli ISO, che come per qualsiasi altra fotografia, a meno che non sia un effetto desiderato, non deve essere troppo elevato, al fine di evitare il rumore digitale dell’immagine. Altra cosa da fare, è quella di riuscire a sfruttare i riflessi delle immagini presenti sull’asfalto o sulle pozzanghere, dando in questo modo degli effetti molto suggestivi. Ancora, utilizzare al tecnica del bianco e nero, può accentuare la drammaticità della foto e dare un effetto cinematografico. 

Tecnica fotografica: alcuni consigli per fotografare con la pioggia
Fotografia realizzata da Anna Melis.

Tecnica fotografica: alcuni consigli per fotografare con la pioggia. Questi sono alcuni consigli ma come per ogni cosa, è sempre la pratica a fare la differenza, dove non solo è possibile migliorare la propria tecnica ma dare libero sfogo alla propria creatività. Se le gocce d’acqua cominciano a precipitare, cogliete l’occasione per realizzare degli scatti che possono essere davvero particolari. Buona luce.

L’immagine di copertina è stata realizzata da Vale Avaly.

Lepidoptera Linnaeus: il fascino della farfalla e la sua utilità

Lepidoptera Linnaeus: il fascino della farfalla e la sua utilità. In natura, sono presenti tantissimi insetti e tra questi, esiste una specie estremamente affascinante per la bellezza dei suoi colori. Nello specifico si tratta della “Lepidottera Linnaeus” chiamata più comunemente col nome di farfalla. La sua famiglia, considerando anche le falene, che è un genere principalmente notturno, è caratterizzata da ben 158000 specie e solo 200 sono presenti in Italia.

Lepidoptera Linnaeus: il fascino della farfalla e la sua utilità

Quali sono le sue caratteristiche? Ciò che rispecchia di più in questi piccoli animali, sono i colori delle loro ali, fragilissime ma allo stesso tempo bellissime da osservare, ottenuti dalla presenza di una serie di scaglie o squame che, per l’appunto, consentono alle farfalle di avere queste colorazioni particolari, oltre a determinare il loro stato di salute. Proprio per questa caratteristica, gli è stato attribuito il nome di “Lepidottero”, che letteralmente significa “ali con le scaglie”. Il suo corpo, è composto da un piccolo capo ( negli esemplari adulti) formato da occhi composti (ovvero formati da centinaia di lenti come le mosche) chiamate ommatidi. Sul capo, si trovano le antenne che sono clavate (cioè rigonfie su un’estremità) che sviluppano l’olfatto ed hanno una funzione tattile. Prediligono il nettare che viene succhiato attraverso una proboscide.

Lepidoptera Linnaeus: il fascino della farfalla e la sua utilità

Dove e quanto vive il Lepidottero? L’insetto dalle ali a scaglie è molto diffuso e si trova nelle zone sia al livello del mare che in zone con un’altitudine fino ed oltre i 2000 metri ma salendo di quota, il numero delle specie presenti si riduce notevolmente. Vive in media da 2 ad 8 mesi circa, periodo durante il quale la farfalla segue uno specifico ciclo di vita, prima di arrivare a volare libera e leggera.

Perchè le farfalle sono utili? Come le api e le coccinelle, le farfalle, nonostante siano in pericolo di estinzione, sono fondamentali per garantire l’equilibrio dell’ecosistema, poichè forniscono il cibo agli uccelli e ai rettili. Inoltre, essendo degli ottimi impollinatori, volando di fiore in fiore, portano il polline da una pianta all’altra, favorendo la sopravvivenza delle piante.

Lepidoptera Linnaeus: il fascino della farfalla e la sua utilità

Lepidoptera Linnaeus: il fascino della farfalla e la sua utilità. Col suo volo leggero, rappresenta la libertà e attraverso i suoi colori, è possibile vedere, osservando la bellezza che la natura è in grado di offrire. Vederla volteggiare, trasmette il senso quiete, fatto di leggerezza. Occorre preservare ciò che ci circonda, per continuare a percepire la purezza della natura.

Mandarino: L’agrume puro, dolce e profumato

Mandarino: L’agrume puro, dolce e profumato. Si avvicina la primavera e fino alla fine del mese di aprile, più o meno, è possibile trovare ancora come frutto, il mandarino. Questo frutto tipicamente invernale, la cui coltura inizia a dicembre e finisce nel mese di marzo, è considerato come un agrume puro poiché non è un derivato di nessun innesto botanico. In questa tipologia di agrumi, fanno parte anche il pompelmo, il cedro, l’arancio ed il limone. Tornando al mandarino, vanta una storia molto antica e la sua pianta, appartiene alla famiglia delle rutacee. Il suo nome è Citrus Reticulata, le sue foglie sono a forma caduca (ovvero che cadono nelle stagioni in cui non viene coltivato) e come i suoi fiori e i suoi frutti, anche l’albero è di dimensioni ridotte. Il frutto, dalla forma quasi sferica, quando è maturo, ha un peso molto leggero e approssimativamente, pesa tra i 50 ed i 100 grammi. Il colore della buccia, come la polpa, è arancio chiaro e tra gli agrumi in produzione, è il più dolce per l’elevata presenza di zucchero.

Mandarino: L'agrume puro, dolce e profumato
Fotografia di Corrado Occhipinti.

Perché ha una storia antica? Oltre ad avere numerose proprietà benefiche (che vedremo in seguito), il mandarino dispone di alcune caratteristiche simboliche che sono riconducibili addirittura all’antica Cina, quando i letterati e poeti, vestiti di un abito arancione dorato, dotati di immensa cultura, furono designati ad interpretare i voleri del cielo per comunicarli all’imperatore. Secondo alcuni studiosi, però, a coniare il nome mandarim, traducendolo dal termine sanscrito mantrim, furono i portoghesi che, nel XVII secolo, facevano riferimento ai funzionari cinesi. Tuttavia, il termine cinese originale pare che sia Guan, utilizzato, secondo la tradizione locale, ad indicare l’addetto alla riscossione dei mandarini offerti come tributo all’imperatore. Inoltre, il termine “mandarino”, successivamente, fu usato come riferimento per indicare la lingua del mandarino, utilizzata tra i funzionari durante l’egemonia delle dinastie dei Ming e dei Qing. Nella storia un pò più recente e con precisione nella prima metà dell’800, il frutto arancione, per la sua dolce fragranza quasi afrodisiaca, trova la sua collocazione anche in Europa, inizialmente introdotta come pianta ornamentale. Successivamente, il clima favorevole siciliano, ne decretò la sua coltura e la sua conseguente produzione.

Mandarino: L'agrume puro, dolce e profumato
Fotografia di Tommaso Latina.

Esiste qualche modo specifico per produrlo? La pianta del mandarino si adatta facilmente a diversi tipi di terreno, purchè il clima sia particolarmente mite con temperature comprese tra i 7 ed i 38 gradi, soglie oltre i quali, non possono crescere. Non ha bisogno di particolari cure se non di alcune accortezze, quali quello di trapiantarlo a metà primavera, all’incirca dopo la seconda settimana di aprile per evitare che le giovani piante soffrano dei ritorni del gelo. Per una buona crescita, infatti, deve essere posta a riparo del vento con l’uso di specifiche reti. Inoltre, in base al tipo di suolo (è escluso quello argilloso), è opportuno svolgere delle specifiche concimazioni (per questo occorre rivolgersi a degli esperti del settore) supportata da delle leggeri potature che permettono di far respirare la pianta, eliminando i rami malati o danneggiati. Per la fioritura, l’agrume ha bisogno di 4 anni di coltura. E’ puro ma dal suo innesto, è possibile ottenere:

  • Clementine, ibrido ottenuto dall’innesto del mandarino e del mandarancio;
  • Mandarancio, ottenuto dall’unione tra mandarino e arancia;
  • Mapo, ottenuto dal pompelmo e dal mandarino. 

Di questo dolce agrume, esistono diverse specie e quelle più diffuse sono:

  • Mandarino cinese che è una varietà asiatica dalla buccia sottile e commestibile;
  • La specie King, di origine cinese;
  • Cleopatra, di origine indiana ricco di semi usato sia a scopo alimentare che ornamentale;
  • Tangerino, di origine marocchina che ha la forma simile a quella dell’arancia;
  • Tardivo di Ciaculli detto marzuddu perché fiorisce a marzo ed è originario della zona Ciaculli di Palermo.

Quali sono le sue proprietà benefiche? E’ ricco di acqua, sali minerali, zuccheri, magnesio, potassio, calcio, ferro, bromo e vitamine, tra cui la C (per la prevenzione del raffreddore), Vitamina A, retinolo e vitamina P. Ha un elevato apporto energetico, tanto da essere usato nella dieta degli sportivi, ed essendo molto dolce, pieno di fruttosio, si consiglia di consumarne in una quantità limitata, soprattutto nei casi in cui il consumatore soffra di diabete o sia in sovrappeso. Inoltre, contiene la fibra alimentare, utile nella prevenzione della stipsi. Queste proprietà vengono assimiliate dall’organismo nel momento in cui si mangiano gli spicchi ma occorre sapere che anche la buccia, una volta assimilata ( ne sono un esempio le scorzette candite) è in grado di produrre degli effetti benevoli. Dalla scorza, infatti, viene estratto dell’olio che, a sua volta volta, viene utilizzato per la produzione di prodotti anticellulite oltre ad essere usato nell’aromaterapia con lo scopo di ottenere un effetto rilassante. Infine, come è stato sopra citato, non bisogna dimenticare che il mandarino è stato inizialmente introdotto in occidente come pianta ornamentale. In alcuni ambienti, infatti, la buccia, una volta essiccata, viene usata per realizzare candele profumate o i poutpourri che consiste nel realizzare una composizione ornamentale creata con l’uso di altre bucce, fiori secchi e spezie.

Mandarino: L’agrume puro, dolce e profumato da innumerevoli proprietà benefiche, destinato ad abbellire rendere profumato il proprio ambiente.

L’immagine di copertina è stata realizzata dal fotografo Corrado Occhipinti.

Canicattì: Violento incidente in Via Onorevole Giglia (VIDEO)

Canicattì: Violento incidente in Via Onorevole Giglia (VIDEO). Oggi pomeriggio, lungo la trafficata Via Onorevole Giglia di Canicattì, si è verificato un nuovo incidente. Non è la prima volta, infatti, che l’arteria che unisce due zone nevralgiche della città di Canicattì, è teatro di diversi sinistri automobilistici. Dalle prime informazioni che ci sono pervenute, sembra che l’incidente abbia coinvolto una sola autovettura. Tempestivo è stato l’intervento delle forze dell’ordine per ripristinare la normale viabilità della via.

Canicattì: Nuovo incidente in Via Onorevole Giglia (VIDEO)

Vediamo di capire come è accaduto l’incidente. Da quanto ci è dato sapere, la vettura coinvolta è una Fiat Punto e da come si evince dalle immagini, molto probabilmente procedeva verso la via Monsignor Ficarra, altra via della città, perpendicolare alla Via Giglia, o nelle vie limitrofe. Ad un certo punto, la Punto perdeva il controllo, andando a sbattere contro il marciapiede per poi fermarsi al centro della carreggiata. Dalla vettura, il conducente, per sua fortuna è uscito illeso, accusando solo un forte spavento. Le cause che hanno provocato l’incidente sono ancora in fase di accertamento ma si presuppone che possano essere diverse. Tra queste, quella più probabile, è l’elevata velocità del mezzo oppure, cosa da non sottovalutare, potrebbe essere dovuta dalla distrazione, probabilmente correlata all’uso del telefonino.

Cosa si consiglia? Queste sono solo due delle ipotesi che possono aver provocato l’incidente e, tuttavia, non avendone la certezza, si consiglia sempre di procedere seguendo le regole imposte, per la propria incolumità e per quella degli altri. Sotto potete vedere il VIDEO in cui la Fiat Punto viene recuperata dal carro attrezzi. 

Alcuni consigli per fotografare attraverso il vetro senza i riflessi

Alcuni consigli per fotografare attraverso il vetro senza i riflessi. Riuscire a fotografare i riflessi di un’immagine (ad esempio quelli riprodotti nello specchio dell’acqua), possono consentire di realizzare una fotografia dal grande impatto scenografico. Tuttavia, esistono fotografie in cui è sconsigliato riprendere i riflessi e ciò deve accadere quando si decide di fotografare attraverso i vetri. In alcune situazioni, infatti, fotografare attraverso il vetro, che sia una teca o una vetrina, può essere l’unico modo possibile e, a meno che non si tratti di un effetto voluto e studiato, è necessario riuscire a raffigurare il soggetto nel migliore dei modi senza che i riflessi storpino l’immagine stessa, perdendo il loro tema originale. Dopo aver scattato la vostra fotografia, occorre visualizzare bene che questi elementi siano assenti, altrimenti la vostra fotografia sarà rovinata.

Alcuni consigli per fotografare attraverso il vetro senza i riflessi
Fotografia di Cesare Bracciali.

Come riuscire ad evitare che il riflesso sia presento all’interno dell’immagine? Può sembrare banale ma la prima cosa da evitare è l’uso del flash, sia se si scatta in modalità manuale che, soprattutto, in modalità automatica (funzione in cui il sopra citato flash si attiva autonomamente in caso di scarsa visibilità). A proposito di illuminazione, qualora sia possibile, il corretto uso le luci aiuta ad eliminare i riflessi. Nel caso in cui ciò non è possibile sistemarle a proprio piacimento, una cosa da fare è quello di avvicinare il più possibile l’obbiettivo (corredato di paraluce) al vetro. I riflessi non verranno eliminati completamente ma il risultato sarà più realistico possibile. L’illuminazione da considerare è sia artificiale che naturale. Nel caso di quest’ultima, la presenza del sole abbaglia ed accentua la presenza della sporcizia. Pertanto si consiglia di fotografare all’ombra, evitando di riflettere anche la vostra immagine e se presente, quella del muro o di altri oggetti presenti di fronte alla “vostra” vetrata. Un altro consiglio è quello di indossare un abbigliamento scuro, poichlè riduce la possibilità di far “rimbalzare” la luce verso il vetro. Nel caso in cui vi troviate in un ambiente domestico o privato (avendo la possibilità di prendersii tutto il tempo che serve, oltre al paraluce, è possibile usare un panno scuro. Attaccandolo alla superficie con del nastro di carta, si forma una specie di cilindro formato da un’apertura in cui introdurre la reflex. In alternativa, si può decidere di fotografare con l’autoscatto, utilizzando un tempo di scatto  TS di 20s.

Occorre usare dell’attrezzatura particolare? L’uso del paraluce di gomma (a differenza di quello rigido), evita, una volta appoggiato al vetro, che la luce entri tra la vetrata stessa e l’obiettivo. Inoltre, la gomma, essendo flessibile, consente di effettuare qualche piccolo movimento riducendo in questo modo l’effetto dei riflessi che si può creare. Un altro elemento che può fare al caso vostro, è l’uso del filtro polarizzatore anche se il suo uso può creare delle trame non desiderate. Inoltre, in base al tipo di superficie che “protegge” il soggetto, il filtro può creare delle variazioni di colore dell’immagine. Tra i polarizzatori che si possono usare, troviamo:

Alcuni consigli per fotografare attraverso il vetro senza i riflessi
Fotografia di Maurizio Scianni.
  • Quelli lineari, adatti alle vecchie reflex;
  • Quelli circolari, adatto per le fotocamere digitali.

Purtroppo, l’uso del polarizzatore può creare qualche svantaggio. Uno di questi è che l’immagine che si vede dal mirino, risulta essere più scura, rendendo più difficile la messa a fuoco. Per questo motivo, occorre scegliere la modalità AF-S, puntando sul soggetto e non sul riflesso. Infine si consiglia di utilizzare un treppiede, perchè possono esserci delle vibrazioni ed il vetro, nella maggior parte dei casi, avendo una superficie ampia, può ampificare la presenza delle vibrazioni.

In che modo è opportuno fotografare? Posizionando la reflex in maniera angolata rispetto al vetro, si rischia di riprodurre il ribalzo della luce ottenuto dalla vetrata in corrispondenza del vetro dell’obiettivo. Più la macchina fotografica è posizionata perpendicolarmente al vetro e minore sarà il riflesso che si ottiene. Infine, si consiglia di usare una ridotta profondità di campo poichè riduce l’abbagliamento e i difetti presenti sulla superficie.

Questi sono alcuni consigli per fotografare attraverso il vetro senza i riflessi ma anche in questo caso, la la pratica è quella che consente di affinare la propria tecnica. Inoltre, il vetro, può anche essere il soggetto in cui è possibile creare delle immagini particolari con degli effetti di grande impatto visivo. Buona luce.

La fotografia dell’immagine di copertina è stata realizzata dal fotografo Cesare Bracciali.

Fotografia: come fotografare gli occhi?

Fotografia: come fotografare gli occhi? Il “Ritratto” è uno dei generi fotografici più ambiti da realizzare e l’occhio è l’elemento chiave attraverso il quale è possibile realizzare uno scatto d’autore. La messa a fuoco va posta sugli occhi e attraverso questi, l’anima del soggetto parla, trasmettendo tutte le sue emozioni. Nella ritrattistica, nel momento in cui si decide di fotografare solo ed esclusivamente gli occhi, si parla di primissimo piano (PPP) ed in questi casi, è basilare riuscire a trovare la giusta armonia con il soggetto, senza comunicargli che gli occhi saranno l’elemento principale della fotografia. Ciò serve ad evitare che, il vostro modello/a sforzi di mettere in posa il suo sguardo rischiando di compromettere l’effetto naturale del vostro primissimo piano. Lo sguardo del soggetto può essere sia quello di un bambino che di una donna o di un fanciullo e lo scopo della fotografia può essere sia a scopo pubblicitario che artistico. Di seguito, vediamo qualche consiglio per fotografare nel migliore dei modi gli occhi.

Fotografia: come fotografare gli occhi?
Fotografia di Carmen Ebbers.

Che tipo di attrezzatura è consigliato usare? E’ possibile usare un obiettivo grandangolare purchè non si apra al massimo la focale, evitando lo storpiamento dell’immagine stessa. Tuttavia è consigliato utilizzare degli obiettivi con ottica fissa che si dividono in :

  • 105mm per il pieno formato;
  • 35mm per le mezzo formato (APSC)
Fotografia: come fotografare gli occhi?
Fotografia di Gianluigi Bertola.

Un altro obiettivo che può essere usato, per prendere i dettagli, è l’obiettivo macro con un rapporto 1:1 ed una lunghezza focale di almeno 60/105mm. Per evitare il micro mosso, è consigliato di usare il treppiede e, in alternativa, o l’autoscatto della reflex o lo scatto da remoto. E’ anche doveroso sapere che gli occhi, oltre ad essere lo “specchio dell’anima”, sono anche fonte di riflessi. Nell’immagine che viene realizzata, possono riflettersi l’immagine vostra, delle luci e del set fotografico. Per ovviare a questo problema, sarebbe opportuno utilizzare un filtro polarizzatore con il quale è possibile ottenere più contrasto e più saturazione.

Fotografia: come fotografare gli occhi?
Fotografia di Tommaso Latina.

Quali sono le modalità di scatto consigliate? Considerando che per questo genere fotografico è fondamentale l’illuminazione, occorre trovare la giusta quantità di luce per ottenere una foto nitida e qualitativamente alta. Anche la messa a fuoco puntata sugli occhi deve essere perfetta. Per questo motivo, nonostante le moderne macchine fotografiche hanno un ottimo autofocus, è consigliato di effettuare la messa a fuoco manuale, puntandola tra la pupilla e l’iride, possibilmente, con il supporto di un riflettore fotografico che consente di indirizzare più facilmente la luce verso il punto d’interesse. Il Live View, può essere un valido supporto poichè consente di vedere l’intera immagine durante la fase dello scatto. Inoltre, non bisogna dimenticare che per trovare la giusta luce, occorre utilizzare correttamente il diaframma f. Utilizzare un diaframma eccessivamente aperto con un valore pari fino ad f/1.8 (per gli obiettivi fissi), significa far entrare troppa luce, senza riuscire a mettere a fuoco l’intera iride. Viceversa, se si usa un’apertura focale troppo chiusa, con un valore pari ad f/16, si avrà poca luce. Pertanto è consigliato lavorare con dei valori compresi tra f/5.6 ed f/8, con un ISO basso, e tempi di scatto di almeno 1/125, per evitare il micro mosso. Riuscire a ridurre le ombre, consente di risaltare di più i dettagli. Il formato con il quale si consiglia di fotografare è il RAW, per avere una migliore resa dell’immagine e per facilitare le correzioni a Photoshop in fase di Post-Produzione. Anche in questo caso, la propria creatività, ha un ruolo importante, dalla composizione dell’immagine (come è visibile nelle immagini illustrative) e quali tecniche adottare in fase di produzione, come l’uso del bianco e nero.

Fotografia: come fotografare gli occhi?
Fotografia di Luigi Miceli.

Fotografia: come fotografare gli occhi? In ultimo ma non ultimo per importanza, per fotografare gli occhi, se lo scatto non è a scopo pubblicitario e la foto non lo richiede, è meglio ridurre il trucco al minimo o evitarlo totalmente. Infine, affinchè lo scatto sia degno di nota, è opportuno che il soggetto, sia riposato per evitare che possano esserci le occhiaie, rovinando l’immagine desiderata. Questa è una piccola guida per cominciare ad effettuare dei ritratti agli occhi ma anche qui, al fine di raggiungere i propri “obiettivi”, necessita costanza e diverse prove tecniche, per riuscire a fotografare lo sguardo dell’anima. Buona luce.

Fotografia: come fotografare gli occhi?
Fotografia di Giuseppe Lo Brutto.

La fotografia dell’immagine di copertina è stata realizzata dalla fotografa Carmen Ebbers.

Fotografia: come utilizzare le ombre

Fotografia: come utilizzare le ombre. Quando gli elementi che compongono un’immagine riescono a trovare il loro equilibrio, possono rendere l’immagine stessa, attraente e suggestiva. Tra questi, esiste una componente che, in relazione con la luce, oltre ad avere un ruolo compositivo, ricopre anche quello creativo: l’ombra. Essa non è altro che la riproduzione del soggetto ottenuta dal rapporto tra la sua posizione e quella della luce, puntata su di esso. Nello specifico, le ombre sono quelle figure che possono cambiare forma, intensità e che sono in grado sia di fare da sfondo, orientando lo sguardo di chi osserva sul resto dell’immagine che risultare il soggetto dello scatto. La loro presenza è fondamentale poiché riescono a dare profondità alla scenografia. Per questo motivo, le ombre meritano uno studio approfondito perché “modellano” la luce per dare alla fotografia un tocco di dinamicità in più.

Fotografia: come utilizzare le ombre
Fotografia di Giovanni Paolini.

Come sfruttare al meglio le ombre? La regolazione della luce è fondamentale per esaltare l’ombra, perché la sua presenza rende più naturale l’effetto dell’immagine, offrendo equilibrio e profondità. Per riuscire in questo obiettivo, dopo aver trovato la fonte di luce da cui trarre l’ombra, bisogna evitare di sottoesporre l’intera scenografia poiché, anche se in questo modo l’ombra risulta essere più piena e densa, i colori e le luci vengono oscurati, perdendo la loro intensità e la loro brillantezza. Inoltre, deve essere calcolata la giusta intensità della luce con la quale si decide di fotografare. Se, ad esempio, si decide di scattare utilizzando la luce del sole e si vogliono ottenere delle ombre lunghe e morbide, occorre fotografare o nelle prime ore del mattino o in prossimità del tramonto. Al contrario, per avere un’ombra più corta e più scura, è consigliato lavorare nelle ore centrali della giornata. Se la luce è artificiale, per realizzare l’ombra più idonea al vostro scatto, occorre utilizzare i fari. Si consiglia di scattare in formato RAW, per agevolare le correzioni in fase di post-produzione con l’uso di Photoshop. Per ottenere delle ombre profonde, occorre puntare sui punti luce mantenendo i valori ISO bassi per non mettere in risalto le aree scure. La Regola dei Terzi è una regola compositiva molto semplice, adatta per trovare la giusta collocazione dell’ombra nell’immagine ed è caratterizzata da un’area suddivisa da due linee orizzontali e due verticali immaginarie.

Fotografia: come utilizzare le ombre
Fotografia di Anna Melis.

Dove si può impiegare il gioco di luci ed ombre? Il rapporto che esiste tra luci ed ombre, è molto importante in base al tipo di fotografia che si vuole realizzare. Ad esempio, nella Fotografia architettonica, l’ombra deve essere più densa se si vuole evidenziare le linee marcate di un palazzo, dando alla fotografia un tocco di teatralità all’immagine. Mentre nella Fotografia Paesaggistica, un’ombra leggera messa vicina ad un tramonto, rende più suggestivo il panorama. Nello Still Life, riuscire a trovare il giusto compromesso tra luci ed ombre, consente di mettere in evidenza l’oggetto finalizzato alla vendita. La Food Photography è un genere fotografico in cui il soggetto principale è il cibo e anche in questo caso, il rapporto tra luci ed ombre è fondamentale per esaltarne le caratteristiche. Questo perchè l’occhio vuole la sua parte e la vista alimenta il senso del piacere del gusto che Il cibo fotografato deve trasmettere agli occhi dell’osservatore per poi essere soddisfatto nel momento in cui viene degustato.

Come trovare la giusta composizione? Trovarla e renderla efficace per un’inquadratura d’impatto, richiede del tempo. Un valido aiuto possono essere:

  • Linee (o Leading lines), per rendere lo scatto più accattivante;
  • Uso delle Cornici, che permette all’osservatore di concentrare la sua attenzione solo ed esclusivamente su ciò che si trova all’interno del “framing”. Inoltre la cornice, contribuisce a dare profondità alla fotografia.
  • La trama (o Texture) che mette in risalto il colore, sfruttando il gioco di luci ed ombre. E’ la superficie del soggetto fotografato, qualsiasi esso sia, che se è messo in primo piano per l’intera area fotografica, diventa il protagonista dell’immagine. Con questa scelta, il fotografo lavora sulla “texture” mettendola in risalto, dando alla fotografia una certa tridimensionalità
Fotografia: come utilizzare le ombre
Fotografia di Lorenzo Tallarita.

Il rapporto che esiste tra la luce e l’ombra, danno all’immagine un certo contrasto, rendendo l’immagine più suggestiva e accattivante. Questa è una caratteristica che si ritrova nella fotografia in Bianco e Nero e che rende uniforme l’immagine poichè con questa tecnica, trovano maggior risalto i contorni, la tridimensionalità, le caratteristiche dei materiali che formano l’oggetto.

Riuscire ad utilizzare le ombre, comporta pratica e pazienza ma se tutto ciò deriva dalla voglia di realizzare uno scatto suggestivo ed estroso, questa è il percorso da seguire.

Fotografia: come utilizzare le ombre
Fotografia di Franco Sciacchitano.

La fotografia dell’immagine di copertina è stata realizzata dal fotografo Giovanni Paolini.

Fotografia: alcuni consigli per fotografare il sole

Tecnica fotografica: alcuni consigli per fotografare il sole. Riuscire a fotografare questa stella, consente, come con la Luna, di realizzare degli scatti particolari grazie ad alcuni aspetti caratteristici che si possono inquadrare. Fotografarlo non è impossibile ma per riuscirci, data la sua forte luminosità, occorre adottare alcune precauzioni per non rovinare sia gli occhi che il sensore della Reflex. Di seguito vediamo quali sono.

Fotografia: alcuni consigli per fotografare il sole
Fotografia di Tommaso Corona.

Per fotografare il sole, come prima cosa, l’attrezzatura fotografica deve essere idonea e deve essere costituita dai seguenti:

  • Reflex;
  • Teleobiettivo, con una lunghezza focale di 200mm a salire (600mm per prendere i dettagli e le macchie solari);
  • Un moltiplicatore focale (sistema di lenti divergenti in grado di allargare di 2 o 4 volte la superficie sulla si focalizza l’immagine);
  • Filtro solare;
  • Treppiede, per evitare il micro mosso.

Dopo aver controllato se l’attrezzatura a disposizione è completa, il filtro solare deve essere in perfette condizioni, perché il minimo danneggiamento può renderlo inutilizzabile. Il suo uso, è fondamentale per riuscire ad inquadrare il sole perché ha la capacità dii bloccare la componente infrarossa. E’ consigliato montarlo nella parte anteriore della lente che è la parte più esposta al calore trasmesso dalla stella infuocata. Posizionato in questa maniera, può disperdere meglio il calore all’esterno della fotocamera. Se, al contrario, viene inserito nella parte posteriore (come alcuni obiettivi permettono di fare), il calore, non disperdendosi, può creare problemi al filtro stesso, alla reflex e all’obiettivo, non riuscendo a sostenere temperature elevate.

Fotografia: alcuni consigli per fotografare il sole
Fotografia di Corrado Occhipinti.

Quali sono le corrette impostazioni da adottare per fotografare il sole? Innanzitutto, occorre essere molto precisi, pianificando il giusto orario di uscita per sistemare l’attrezzatura e cercare la giusta composizione. Una volta giunti sul posto, è opportuno misurare attentamente, con un luxmetro, la luce per evitare di effettuare foto bruciate e sovraesposte. Dopo aver seguito queste prime regole basilari, è consigliato fotografare utilizzando il formato RAW, per facilitare la correzione in fase di Post-produzione. Per quanto riguarda l’esposizione, questa dipende dal tipo di filtro che si utilizza. Per ridurre il micro mosso,  è consigliato utilizzare tempi di scatto brevi, con valori compresi a 1/250 ed 1/320s, annessi a valori ISO compresi tra 100 e 200. Il diaframma, va usato con valori compresi tra f/5,6 ed f/8. Il Live View e la modalità di autoscatto, inoltre, possono essere un valido aiuto per ridurre e/o eliminare  le vibrazioni che si possono trasmettere al corpo macchina.

Fotografia: alcuni consigli per fotografare il sole
Fotografia di Mario Collura.

Come riuscire a trovare la giusta composizione fotografica? Trattandosi di fotografia paesaggistica, l’orizzonte deve essere posizionato o nella parte inferiore o in quella superiore dell’immagine. Per esaltare ancora di più l’immagine del sole, è possibile usare alcune tecniche fotografiche. Tra queste ricordiamo La Regola dei terzi ( che consiste nel dividere l’immagine in tre parti con delle linee immaginarie, poste sia verticalmente che orizzontalmente). Un altro effetto che si può applicare per fotografare il sole è l’effetto Starbust, (dove attorno alla fonte prodotta dal sole, si creano delle linee definite che si espandono all’esterno e si realizza chiudendo il diaframma con valori del diaframma f compresi tra f/11 ed f/22). Fotografando controluce, si può realizzare anche l’effetto Silhouette che, a sua volta, si realizza mettendo a fuoco lo sfondo ( o viceversa) creando un contrasto tra questo e il soggetto posto davanti ad esso. Infine, un altro effetto che può essere adottato con questo genere fotografico, è l’effetto del lens flare( effetto in cui i riflessi che dipendono dai raggi della luce e che filtrando attraverso la lente dell’obiettivo, creano dei veli.

Questi sono alcuni consigli per fotografare il sole e questo genere è un modo per riuscire ad affinare la propria tecnica. Buona luce.

L’immagine di copertina è realizzata da Tommaso Corona.

Antonella Sicomero è morta a 10 anni per una sfida su Tik ToK

Antonella Sicomero è morta a 10 anni per una sfida su Tik ToK. A causa dell’avvento dei social, la realtà sociale sembra essersi divisa in due dimensioni: quella reale e quella virtuale. Le nuove generazioni, a differenza delle precedenti, sono cresciute con delle nuove forme di contatto, non più con delle pacche sulle spalle, non più con delle strette di mano, non più con degli abbracci ma con dei Like. Ebbene si, il virtuale ha preso il sopravvento, quindi è meglio chiamarlo con il giusto appellativo: realtà virtuale! 

Perchè è morta su Tik Tok? Era una semplice bambina di 10 anni, come tutte quelle che senza freno e controllo, hanno scambiato un social per il loro scopo di vita. Una bambina di 10 anni che non è stata seguita dai suoi genitori, che è stata più libera del solito, la stessa che si è imbattuta in un gioco mortale. Vengono chiamati “challenge” e sono delle prove estreme, autolesioniste, volte a fornire ad un pubblico virtuale, una vera e propria prova di resistenza fisica, fatta da tagli, ferite, auto torture, al fine di raggiungere un’approvazione plateale, volta al raggiungimento di una fama mediatica.   

Perchè le nuove generazioni sarebbero disposte a tutto per un pugno di Like? Perchè non comunicando nella realtà, non interagendo con gli altri, di conseguenza non ricevono alcuna approvazione e, non riuscendo a segnalare questa carenza, ricorrono al confronto virtuale in cui ricevono il consenso meccanico, fatto da Like, emoticon, share o followers. A proposito di quest’ultimi, pur non sembrando, rappresentano lo scopo finale del neo internauta, il quale sarebbe pronto a dare la vita, pur di ottenere tanti. Quindi il vero problema è la considerazione o, meglio dire, la ricerca di approvazione. 

Morta a soli 10 anni per una sfida su Tik ToK

Perchè morire sui social porta alla morte reale? Come nella realtà, la fine della considerazione, l’emarginazione, la morte dell’intelletto e la mancanza di approvazione, portano ad una morta interiore che pone fine alla voglia di vivere corporalmente. Per i ragazzi che vivono sui social, non riuscire ad ottenere considerazione, o abbastanza Like, potrebbe compromettere la loro vita reale, reputandola inutile a punto tale da non prendersi cura di prenderla. Sappiate che qualsiasi ragazzo che vive sui social, se perde definitivamente i contatti con il mondo reale, sarebbe disposto a tutto pur di ottenere successo in quel mondo virtuale, anche a costo di perderci la vita.

Cosa si può fare per aiutarli? Basta sostituirsi al pubblico virtuale, da cui, i giovani internauti traggono approvazione. Quell’approvazione che serve a renderli sicuri, dovrebbero essere i genitori a dargliela, in maniera tale che non abbiano più bisogno di ricercarla sulla rete. Dialogate con i vostri figli, fateli sentire approvati, date loro sicurezza e vedrete che cresceranno forti senza il bisogno di ricercare tutto ciò da coloro i quali, potrebbero darglielo in cambio della loro vita. 

Fotografia: a cosa serve e come usare l’obiettivo “Fisheye”

Guida Fotografica: a cosa serve e come usare l’obiettivo “Fisheye”. L’attribuzione di questo nome, che letteralmente significa “Occhio di Pesce”, dipende dal fatto che come il vertebrato, anche il Fisheye ha una visione semisferica di 180 gradi. Ciò permette di avere una visione più ampia dell’intera scenografia. Con tale caratteristica, usando quest’obiettivo, parlando di uno scatto tradizionale, l’immagine, essendo distorta, è fotografata erroneamente. Tuttavia, la sua caratteristica distorsione, rende lo scatto molto suggestivo per via dell’effetto quasi circolare che si crea. Principalmente, viene usato per mettere in evidenza alcuni particolari del soggetto e per dare all’immagine un tocco prettamente artistico. Usarlo correttamente è molto importante e necessita una certa pratica, perché basta un minimo errore e si rischia di ottenere l’effetto contrario, imbruttendo notevolmente l’immagine. Di seguito, possiamo vedere nel dettaglio l’uso dell’occhio di pesce.

Fotografia: a cosa serve e come usare l’obiettivo “Fisheye”
Fotografia di Giuseppe Lo Brutto.

Quali sono le altre caratteristiche del Fisheye? Una piccola nota da specificare è che la maggior parte di questo tipo di obiettivi, hanno la messa a fuoco manuale. Considerando che si cerca sempre di evitare la presenza della distorsione all’interno di un’immagine, con questo obiettivo, avendo una messa a fuoco ampia, la distorsione viene enfatizzata perché, spesso, l’intera immagine è totalmente, o quasi, a fuoco. Per via della sua struttura, come spesso accade, il Fisheye, non può essere considerato come un grandangolo molto spinto, nonostante (con riferimento alle full frame), abbia una lunghezza focale compresa tra i 6mm e i 16mm. Nello specifico, dipende dal fatto che in questo obiettivo, le lenti e lo schema ottico intero, sono costruite per evidenziare la curvatura delle linee cadenti. Infatti è costituito da uno o più elementi anteriori divergenti e da uno schema di elementi posteriori convergenti di dimensioni ridotte. Invece negli obiettivi grandangolari, le lenti sono costruite per eliminare la distorsione.

Fotografia: a cosa serve e come usare l’obiettivo “Fisheye”
Fotografia di Gio Amico.

Quanto tipi di obiettivi Fisheye esistono? Ne esistono due e in base alla loro lunghezza focale, sono di tipo rettangolare e circolare. La loro nomenclatura dipende da come le immagini vengono registrate dal sensore e dal tipo di distorsione che riescono a realizzare. I Fisheye rettangolari hanno una lunghezza focale contesa tra i 14mm e i 16mm e in questo caso, l’immagine copre per intero la grandezza del sensore, creando un’immagine distorta ma non circolare. Invece, quelli circolari, hanno una grandezza focale compresa tra i 6mm e i 10mm. In questo caso, sul sensore, viene proiettata un’immagine a forma di cerchio.

In quale genere fotografico è possibile utilizzare il Fisheye? Principalmente, è preferito nella fotografia sportiva, per via delle particolari curvature che l’obiettivo crea. Per questo motivo, deve essere usato con la giusta moderazione. Occorre lavorare sull’inquadratura poiché è possibile, data la sua ampia visuale, di introdurre nell’immagine, alcuni elementi che possono creare disturbo. Anche perché, in fase di post-produzione, a differenza della foto ritratta con un altro obiettivo, ritagliarla è più difficile, con il rischio di rovinarla. Inoltre, la distorsione del Fisheye, può avere un certo fascino se viene applicata alla fotografia architettonica, stravolgendo il gioco retto delle linee facendole diventare delle linee semi circolari. Ancora, l’obiettivo, può essere usato nel Ritratto per realizzare delle foto ironiche, creando l’effetto caricatura.

Quali sono i tipi di obiettivo che si trovano in vendita? Di seguito ne sono elencati alcuni:

  • Canon EF 8-15mm f/4l Fisheye USM, con il quale è possibile, se montato su una full frame, scegliere tra le immagini circolari o rettangolari. Ha un’ottima qualità dell’immagine è ed adatto anche per le mezze formato (o APS-C).
  • Nikon AF-S NIkkor 8-15 f/3.5-4-5 E ED che ha la messa a fuoco automatica e ha la caratteristica di mettere a fuoco i soggetti a 3 cm.
  • Samyang 8mm f/3.5, fisheye rettangolare dall’ottima qualità prezzo compatibile sia per le full frame che per le mezze formato.
  • Sigma 8mm f/3.5 EX DG Circular Fisheye che è circolare e ha l’attacco per le Nikon.

Queste sono le nozioni principali per usare l’obiettivo Fisheye. L’esaltazione delle linee curve attraverso lo “sguardo estroso” dell’occhio di pesce.

L’immagine di copertina è stata realizzata dal fotografo Giuseppe Lo Brutto.