Ficus carica: il frutto simbolo dell’abbondanza e della fertilità

Ficus carica: il frutto simbolo dell’abbondanza e della fertilità. Oggi, questo frutto è conosciuto con il nome di fico ma ha origini molto antiche, ritenendo che sia originario dell’Asia Minore. È una pianta xerofila perchè per vivere, ha bisogno di un clima caldo e temperato e per la sua coltura, è preferito un terreno argilloso e sabbioso. Infatti, se la temperatura arriva sotto i 10  gradi, c’è il rischio che muoia. Di seguito potete vedere le caratteristiche di questo particolare frutto colmo di tantissimi semini.

Quando nasce e come è formata la pianta del Ficus Carica? Per la facilità della sua produzione, sembra che sia stata la prima pianta ad essere coltivata dall’uomo nella Mezzaluna Fertile 11000 anni fa e che, grazie al popolo dell’antica Roma che lo avrebbe diffuso nel Mediterraneo, oggi la pianta del fico viene prodotta in Spagna, Turchia e in Italia. L’albero del Ficus Carica appartiene alla famiglia delle Moracee ed è una specie arborea. Di questa specie, a sua volta, esistono due varietà: la pianta domestica chiamata Ficus Carica Sativa ( fico vero o femmina) e quella selvatica chiamata Ficus Carica Caprificus (pianta maschio). Generalmente hanno un’altezza che varia da 6 a 10 m. La corteccia del tronco è ruvida e grigia ed è ricoperta da squame verdastre. Le foglie sono verdi e grandi e presentano o 3 lobi (trilobate) o 5 (pentalibate). In base al periodo della fioritura i fichi si dividono in:

  • Fioroni o primaticci che maturano tra giugno e luglio;
  • Forniti che maturano tra agosto e settembre;
  • Tardivi che si trovano in autunno.
Ficus carica: il frutto simbolo dell’abbondanza e della fertilità
Fotografia di Tommaso Latina.

Tuttavia, il fico è considerato come un falso frutto perché è un siconio ovvero un’infruttescenza carnosa e dolce, dalla buccia dal colore vario. All’interno si trovano i fiori di dimensioni piccolissime. Il vero frutto è l’acheno (semini) piccolissimo nelle dimensioni e presente in una grande quantità (circa 600), caratterizzato da una polpa molto dolce. Il fico può essere consumato sia fresco, appena raccolto che essiccato. In questa fase, che è molto usata nel sud Italia, è un’ottima tecnica di conservazione del frutto e una volta raccolto, lo si deve fare essiccare al sole, con l’aiuto di alcuni trattamenti naturali o chimici.

Perché viene identificato come simbolo dell’abbondanza e della fertilità? Dai tempi dei popoli della Grecia classica, questo frutto è stato molto apprezzato per il suo sapore dolce e per le sue proprietà nutrizionali (che vedrete in seguito), oltre che essere considerato come simbolo dell’abbondanza e della fertilità. Addirittura si narra (ma non vi è certezza alcuna) che nel giardino dell’Eden, fosse il frutto proibito mangiato da Adamo ed Eva perché una volta compiuto il misfatto, si coprirono intrecciando foglie di fico. Nella mitologia greca , si dice che Gea (la dea della primordiale della terra), per sfuggire da Giove, si nascose tra i fitti rami di un albero di fico creato apposta dal figlio titano Siceo. Ancora, Platone, era consumatore del frutto secco ed il suo consumo veniva usato per curare la balbuzie nei bambini. Anche nell’antica Roma, l’albero di fico, come l’Ulivo e la vite, era considerato sacro. Oltre ad essere la pianta delle origini della città di Roma, il frutto del fico veniva consumato come antipasto condito con sale e aceto. Inoltre, l’accostamento al fattore afrodisiaco proviene dal fatto che secondo la scuola Medica Salernitana, il ficus provocasse lo stimolo venereo anche a coloro i quali non fossero predisposti. Infatti la medicina tradizionale vedeva che i semini, 600 in tutto, prosperassero la fertilità durante la luna crescente, momento in cui le coppie che non potevano avere figli, ponevano sotto i cuscini i fiori di questo frutto.

Quali sono le sue proprietà nutrizionali? Nell’antichità, in mancanza dello zucchero, il consumo di questo dolcissimo frutto, garantiva un alto fabbisogno energetico. Per questo motivo, la storia narra che Plinio il Vecchio, suggerisse ai giovani di nutrirsene. Platone, invece, che fosse utile a rinvigorire la mente. Oggi, il fico, per le sue capacità nutrizionali e per le sue proprietà benefiche, viene usato nella fitoterapia, poichè contiene carboidrati, fibre, proteine, sali minerali, potassio, ferro e vitamine antiossidanti. Inoltre, essendo ricco di zucchero, di fibre, di vitamine e di sali minerali quali il calcio ed il ferro, favorisce la digestione e permette di aiutare a curare la raucedine ed il catarro. Inoltre, contiene le seguenti proprietà: emollienti ed espettoranti; rimineralizzanti, bechiche ( per alleviare la tosse); disinfettanti e antinfiammatorie per il cavo orale; il lattice (ricavato dai frutti acerbi) serve ad attenuare il dolore in caso di puntura da insetto, oltre a curare i porri e le verruche (da usare solo sulle parti interessate, perchè come controindicazione può irritare la parte di pelle sana).

Quali sono invece le controindicazioni? Non ne esistono alcune in particolare ( ma è sempre rivolgersi ad un esperto), è sconsigliato l’abuso a chi soffre di diabete o a chi problemi di insulina, per l’eccessiva presenza dei sopracitati zuccheri. Inoltre, poiché la presenza di ossalati è elevata, si consiglia di non abusarne per evitare la formazione di calcoli o a chi ha problemi di reni e cistifellea. Inoltre, in passato, si è pensato che il consumo del fico fosse adatto a favorire l’abbronzatura ma utilizzando il lattice sulla cute prima dell’esposizione al sole, può risultare irritante per la pelle, incombendo anche in ustioni gravi.  Infine, in alcuni soggetti, il semplice contatto con le foglie può risultare urticante. In questo caso si consiglia di sciacquare la pelle con dell’acqua fresca e stare all’ombra per qualche ora.

Ficus carica: il frutto simbolo dell’abbondanza e della fertilità, dolce e carico di semini per intensificare il gusto “rinvigorendo” gli intensi attimi di intimità.

L’immagine di copertina è stata realizzata dal fotografo Tommaso Latina.

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