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Carmelo Mulone sui robot: La fine del lavoro?

Carmelo Mulone sui robot: La fine del lavoro? È storia che l’uomo ha sempre cercato di migliorare la qualità della propria vita. Dalle forme più antiquate di elettrodomestici, con annessa la loro logica evoluzione, fino all’ oggetto più in uso ed indispensabile ovvero lo smarthphone. Oggetto nelle mani di chiunque, dal più piccino al più grande, con il quale contestualmente, si sta perdendo il rapporto face-to-face. Infatti, il telefono intelligente come internet e i suoi derivati (social, network, e-commerce), non sono nient’altro che la conseguenza della fantascienza raccontata dalla letteratura e dalla cinematografia già dalla metà del 900. Nel 1964, l’autore di fantascienza Arthur C. Clarke, nel racconto Dial F for Frankenstein, preannuncia lo sviluppo di una rete telefonica così complessa da diventare autonoma. Anche lo scrittore Isaac Asimov, con il racconto “L’uomo Bicentenario”, diventato cult cinematografico nel film omonimo interpretato da Robin Williams e diretto dal regista Chris Columbus, narra di un androide che, scappato dall’ errore di progettazione del suo ricercatore, acquisisce sembianze e qualità umane, andando alla ricerca dei suoi simili. I robot, genesi degli androidi moderni, sono immaginati, costruiti, per agevolare anche il lavoro umano. Però, secondo una ricerca recente del World Economic Forum, questi, nel 2020 prenderanno posto anche nel lavoro d’ufficio, amministrativo. Carmelo Mulone sui robot: La fine del lavoro? Da ciò potrebbe conseguirne l’automatizzazione del lavoro? Probabilmente si. L’uomo ha creato il robot. Questo, con l’ingegno e la ricerca dell’uomo stesso, è divenuto l’androide dall’intelligenza artificiale e dalle sembianze umane. Pertanto, se queste macchine sempre più perfette, acquisiranno anche l’anima, si potrebbe parlare di disoccupazione tecnologica dettata dall’automatizzazione e dalla tecnologia del lavoro? Verosimilmente si poiché, nasceranno nuovi mestieri, di natura e gestione tramite la raccolta di dati web, con la conseguenza scomparsa di molti posti di lavoro, aumentando le diseguaglianze tra i lavoratori altamente specializzati e quelli di bassa qualifica, trovando a loro volta, occupazioni instabili e precari. Da qui si evince l’avidità delle potenze economiche e dell’uomo stesso. In sostanza, considerato che il fenomeno della robotizzazione è in forte espansione, sotto il profilo normativo, non si dovrebbe auspicare la creazione di un’economia incentrata sulla tutela del lavoro e del lavoratore anziché sui macchinari? l’uomo con la sua voglia di conoscenza e di miglioramento della propria qualità della vita, sarà promotore o distruttore della sua stessa specie?

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