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F.O.M.O. l’inconsapevolezza di essere tagliati fuori.

F.O.M.O. l’inconsapevolezza di essere tagliati fuori. Il termine è l’acronimo di “Fear Of Missing Out” che letteralmente significa la paura di essere tagliati fuori. Una manifestazione di un problema sottovalutato che, negli ultimi anni è notevolmente aumentato con la diffusione dei social network, grazie anche all’uso eccessivo degli smarthphone. Si tratta di una vera e propria fobia dove chi ne è affetto, ne è inconsapevole. Ha il continuo bisogno, in maniera ossessiva, di controllare ciò che gli succede intorno, interagendo esclusivamente con il mondo virtuale. Il pensiero continuo e latente di non poter controllare assiduamente ciò che gli altri fanno, tende a trasformarsi in una crisi di astinenza, tanto da poter generare l’ansia sociale di essere esclusi da qualsiasi cosa pubblicata nei social. Ciò scaturisce nel soggetto un sentimento di insoddisfazione verso se stessi e gli altri, alimentando in sè stessi agitazione e senso di incapacità.

In cosa consiste la F.O.M.O.? E’ la dipendenza dai social ed indica una confusione psicologica dovuta ad una scarsa capacità di concentrazione e di insicurezza personale. Una condizione psicologica creata da una bassa autostima che tende all’isolamento dell’individuo, generando “un ‘eccessiva paura di essere tagliati fuori”. Si tratta di una fobia che contestualmente aumenta la connessione con il mondo esterno solo ed esclusivamente, con la comunicazione virtuale. L’individuo che ne è affetto è per lo più di sesso maschile e di giovane età.

Cosa scaturisce nell’individuo la F.O.M.O., l’inconsapevolezza di essere tagliati fuori? Per l’individuo affetto da ansia sociale, i social sembrano essere estremamente positivi ed utili poichè possono offrire nuove possibilità di fare nuove conoscenze. Questo modus operandi, spinge l’utente ad essere sempre più connesso via internet. Tuttavia, questo tipo di interazione con la collettività alimenta nel soggetto F.O.M.O., la già provata bassa autostima.

Come si alimenta la F.O.M.O e chi ne è affetto? Con la diffusione dei social e derivati, questa patologia si presenta per svariati motivi:

  1. La mancata possibilità di unirsi agli amici. 
  2. La possibilità di tenersi aggiornati con la sola connessione virtuale, occupando il proprio tempo libero. In questo modo, il soggetto F.O.M.O, alimenta il senso di inadeguatezza nei confronti degli altri che magari tendono ad esprimere e comunicare con i social solo il proprio successo o postare magari eventi positivi. In questo modo, nel soggetto , aumenta la solitudine. Più aumenta questo stato di isolamento, maggiore è l’interazione virtuale.
  3. Invidia verso gli altri, ansia sociale e preoccupazione di perdere occasioni di interazione collettiva.
F.O.M.O., l'inconsapevolezza di essere tagliati fuori.
Fotografia di Andrea Fontana.

Quali sono gli effetti che causa la F.O.M.O? Non è una malattia mentale ma può diventare patologica e stressante, generando gravi disagi alla salute, come irrequietezza, disturbi della concentrazione, stress, insonnia, depressione. Inoltre, nel caso della connessione virtuale, possono crearsi delle relazioni online tra due soggetti, dove la comunicazione si basa esclusivamente su parole, desideri reciprochi che però non trovano riscontro nella fattezza di un rapporto concreto. Ciò, crea un rapporto dietro il quale nascono delle aspettative che in caso di un incontro reale, le aspettative alimentate dalle frequenti conversazioni, risulterebbero essere tutt’altro, quasi a rendere un incontro reale, diverso, falso da quello costruito dietro la tastiera. Uno scontro tra reale e virtuale, dove la predominanza del rapporto avviene solo tramite comunicazione virtuale. La dipendenza da internet o “internet addiction“, predomina sulla vita reale del soggetto F.O.M.O. scatenando effetti pericolosi sulla vita quotidiana. Un esempio sono la maggior parte degli incidenti stradali causati proprio dall’interazione con internet a mezzo degli smarthphone. 

Ad oggi, la F.O.M.O. è considerata come un’emergenza per la salute pubblica in quanto, in diversi casi, si evidenzia un fenomeno della demenza digitale, causando un danneggiamento alle capacità cognitive, paragonandole ai soggetti che hanno subito un trauma. Inoltre la dipendenza da internet, rileva delle dipendenze come senso di piacevolezza e autorealizzazione nel momento in cui l’utente risulta essere connesso. In caso di off-line, provoca il senso di panico, la depressione. Per di più, la continua connessione crea problemi di interazione sociale e lavorativa.

Si può guarire dalla F.O.M.O.? Vi sono degli studi in base ai quali si parla di casi di non gravi di F.O.M.O. nei quali non è necessario chiamare gli psicologi. Uno di questi è quello di riuscire a trovare il tempo da usare per approfondire le proprie amicizie reali e/o ritagliare il tempo con qualche hobby. E’ da specificare che alla F.O.M.O. si può associare lo J.O.M.O. (ovvero l’acronimo di Joy of missing out) che è la gioia di perdersi qualcosa ed accettare la realtà. Inoltre, la connessione prevalentemente attraverso l’uso dello smartphone unisce alla presenza della “patologia da internet” la NOMOFOBIA (ovvero Sindrome da disconnessione). Sempre gli studi scientifici asseriscono che non è possibile guarire dalla F.O.M.O. Da questa patologia non si può guarire. Tuttavia per cercare di superare o comunque convivere con questa patologia, il soggetto deve cercare di trovare un equilibrio con l’uso della tecnologia. Un percorso di sicuro non facile ma praticabile. 

F.O.M.O. l'inconsapevolezza di essere tagliati fuori.

Come trovare rimedio alla F.O.M.O. Di seguito,  qualche consiglio degli esperti:

  • Imparare ad aspettare di controllare ossessivamente lo smarthphone.
  • Porsi dei limiti e dei tempi per controllare telefonini, Pc e oggetti simili. Piano piano, bisogna continuare ad aumentare questi intervalli di tempo.
  • Non soffermarsi sul perchè succede o non succede qualcosa ma chiedersi da cosa dipenda questa insoddisfazione, senza generalizzare sul fatto che agli altri, la loro vita sia migliore. Pertanto occorre cercare di accettare la situazione per quella che è. Al più, invece di provare invidia verso gli altri, questi altri possono essere fonte di ispirazione per trovare nuovi stimoli a realizzare nuovi progetti.
  • In caso di serie difficoltà nel raggiungere questi piccoli traguardi, rivolgersi ad uno specialista.

F.O.M.O. in questo caso l’inconsapevolezza di essere tagliati fuori la si nota in un atteggiamento quotidiano, diffuso prevalentemente tra i giovani e gli adolescenti ma che si sta largamente diffondendo tra tutte le fasce d’età ed entrambi i sessi. Una patologia silenziosa che, a macchia d’olio ha cambiato la realtà di molti individui. Purtroppo, anche se si sta a contatto con altre persone, la preferenza alla connessione virtuale è predominante. F.O.M.O. e dipendenza da internet equivale a “navigare informati”, abbandonando il contatto con il mondo reale, che limita lo sviluppo cerebrale e che tende a far chiudere l’individuo con se stessi, creando intorno a sè il vuoto. Cosa fare per evitare ciò? Già essere consapevoli di accusare un problema è un grande passo avanti. Ma è opportuno fare una piccola osservazione. 

F.O.M.O. l’inconsapevolezza di essere tagliati fuori.Nell’era della comunicazione avanzata, si assiste ad una profonda retrocessione, creata dall’informazione stessa. Questo denota il fatto sconcertante di forme di egoismo ed individualismo sempre più presenti nell’individuo. Caratteristiche sempre più insite nell’uomo che invece di avvicinarsi gli uni con gli altri, li allontana perchè si preferisce qualcosa di intangibile e di virtuale a ciò che è reale e concreto, ragionando e vivendo più come una macchina, senz’anima e senza sentimenti. L’era è già cambiata, verso una direzione fredda e vuota. Ad oggi, nel periodo di allarme mondiale, dettato dalla presenza e dall’allerta Covid-19, dove per lo più, si intrattengono i rapporti virtuali, alla luce di quanto detto, per non entrare nella via del non ritorno, forse, sarebbe opportuno fermarsi un attimo e riflettere seriamente se bisogna vivere nell’ombra e nell’oblio di una comunicazione fredda e insensibile come quella virtuale o tornare ad avere e a rivivere quei rapporti umani fatti di valori, di sentimenti e di abbracci come tanto si desidera da diverso, troppo tempo. Forse, come si dice, non tutti i mali vengono per nuocere. A voi la scelta.

Questo articolo è stato redatto dal suggerimento di un nostro collaboratore, il Professore Diego Scaglione di Canicattì. Si coglie l’occasione di salutarlo e di salutare tutti i nostri lettori che da anni continuano a seguire il lavoro della nostra redazione. 

L’immagine di copertina è stata realizzata dal fotografo Andrea Fontana. 

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